Salentu, lu sule, lu mare e lu ientu

Il Salento è una delle mete più gettonate degli ultimi anni, presa sempre più d’assalto da italiani e stranieri; il clima mite permette di visitare questa terra tutto l’anno, ma chiaramente il boom si concentra nella stagione estiva.
Se volete evitare le spiagge affollate, il traffico che congestiona le località principali, potete valutare questo itinerario di 10 giorni nel Salento “on the road”, ben strutturato per sfruttare al meglio la vostra vacanza, magari nei mesi di maggio e giugno o settembre.
Il Salento, neanche a dirlo, non è solo mare cristallino, spiagge dorate e scogliere a strapiombo; questa terra offre innumerevoli possibilità anche a chi, come me, non riesce ad incentrare un intero viaggio sulla vita da spiaggia. Ok il relax…ma il troppo stroppia!
I consigli di un local valgono di più, vero?
Io che ci vivo, cercherò di fornirvi nel dettaglio consigli su come pianificare al meglio questi 10 giorni con un itinerario dettagliato, tanti suggerimenti (anche su dove mangiare e alloggiare) e come ottimizzare tempi e spostamenti.
Apro una parentesi “dolorosa”: se pensate di visitare il Salento in assoluta libertà, affidandovi ai mezzi pubblici…bene, dimenticatelo! A onor del vero, a prescindere dalla località, un viaggio self-drive permette di raggiungere qualsiasi luogo, anche quello meno conosciuto, in qualsiasi momento, senza dover sottostare ad orari prestabiliti. Qui al Sud diciamo che essere auto muniti è una marcia in più che vi permetterà di visitare luoghi altrimenti impossibili da raggiungere.
Guardatevi sempre intorno, ovunque voi siate
Chiese, monumenti, piazze e antichi palazzi. Tutto merita una visita ma, a parer mio, le immagini più belle che vedrete sono da ricercare nella quotidianità; piccoli gesti, comportamenti, minuziosi dettagli che renderanno la vostra vacanza unica e diversa da quella di chiunque altro. Lontano dalle principali località turistiche la vita scorre lenta, scandita dal sorgere e dal tramontare del sole. Incontrerete vecchietti seduti fuori dalla porta di casa; fermatevi, salutateli e fatevi raccontare qualche aneddoto.
Troverete bambini che giocano per strada o in mezzo ad un uliveto, pomodori che hanno superato l’inverno per giungere fino a noi in estate, permettendoci di condire le nostre frise, o esposti al sole per essiccare.
Lungo i vostri percorsi in auto, fermatevi ad ammirare uno dei tanti muretti a secco costruiti con il sudore da sapienti mani, o un ulivo secolare che per qualche centinaio d’anni ha resistito ad ogni avversità e ora si trova a combattere con un male come la Xylella.
Fermatevi in un vecchio bar di paese per gustare un fresco caffè in ghiaccio con latte di mandorla, un’istituzione da queste parti.
Non abbiate timore e infilatevi nell’atrio di una casa a corte; potreste incontrare un’anziana signora intenta a preparare la pasta fatta in casa o a lavorare l’uncinetto.
Guardatevi sempre intorno e, se siete appassionati di fotografia come me, avrete sempre qualcosa di unico da immortalare.
Giorno 1: arrivo nel Salento
Le possibilità per raggiungere il Salento sono fondamentalmente 3: in aereo, in auto o in treno. Nel primo caso atterrerete all’aeroporto di Brindisi, distante circa 50 km dal centro del capoluogo salentino. In base al vostro orario d’arrivo o eventualmente a quello di ripartenza l’ultimo giorno, dedicate la prima o l’ultima giornata alla visita del piacevole centro storico. Stradine rivestite con basoli, che si intrecciano tra loro regalandoci scorci di vita autentica, antichi palazzi barocchi, chiese sparse un po’ ovunque. Potrete iniziare la visita da una delle 3 porte ancora esistenti della città:
- Porta Rudiae;
- Porta Napoli;
- Porta San Biagio;
- La quarta, Porta di San Martino, è andata distrutta nell’800 e non vi sono più sue tracce.
Da tutte e 3 le porte si raggiunge in breve tempo Piazza Sant’Oronzo, cuore del centro storico della città; qui potete ammirare la statua del Santo, patrono cittadino, che si trova in cima ad una colonna alta ben 29 metri. L’anfiteatro romano e il “Sedile”, conosciuto anche come Palazzo del Seggio, completano la meravigliosa cornice della piazza.

(Foto Wikipedia Commons)


( Foto Flickr)
Da qui potrete raggiungere in pochi minuti la Basilica di Santa Croce e l’adiacente Ex Palazzo della Provincia, oppure la magnifica Piazza Duomo, di cui tanto si è parlato in occasione della sfilata della nota Maison di moda Dior.



(Foto Wikipedia Commons)
Vietato perdersi una visita al castello Carlo V, dove spesso si tengono mostre interessanti. Sul sito ufficiale trovate la storia e tutte le esposizioni.
Vi propongo infine un museo poco conosciuto ma molto interessante: il Museo Faggiano.
Il centro storico offre tanto altro, ma in questo itinerario mi limiterò a parlarvi delle attrazioni principali, concentrandomi soprattutto sull’ottimizzazione di tempi e spostamenti e consigli su dove mangiare.
Se all’ora di pranzo vi troverete già in città e optate per un pranzo veloce e frugale, le soluzioni sono tantissime. Un veloce aperitivo in uno dei tanti bar del centro, qualche tipico prodotto da forno, un panino veloce o un delizioso “rustico”, prodotto da rosticceria tipico del Salento.
Prima o dopo cena, concedetevi un gustoso cocktail da “Quanto Basta”, eletto miglior cocktail bar nel 2015.
In serata, gustatevi la fervente movida del centro storico, molto attiva tutto l’anno. Decine di locali dove bere, mangiare qualcosa e fare due chiacchiere. In linea di massima, la zona adiacente a Santa Croce è frequentata soprattutto dagli over 30, mentre gli under 30 si riversano soprattutto in Piazzetta Santa Chiara. Nella zona del “Quanto Basta”, gli avventori sono di tutte le età.
Dove mangiare a Lecce
1/2 Quinto– street food tipicamente salentino;
Urban Cafè & Pizza – per un aperitivo, una gustosa pizza e tanti altri piatti freddi e caldi, nella splendida cornice di Piazzetta Santa Chiara;
“Come vuoi – Pane e condimenti” – gustosissime baguette proprio in Piazza Sant’Oronzo;
“400 Gradi” – ottima pizzeria fuori dal centro storico;
“ Road 66” – piatti di carne succulenti e fiumi di birra!
“I Latini”: ristorante con cucina tipica e piatti tradizionali della cucina italiana.
Dove alloggiare a Lecce
Il mio personale consiglio, per i viaggiatori attenti al budget, è quello di optare per una struttura subito fuori dal centro storico o in uno dei tanti paesi limitrofi. I prezzi si abbassano notevolmente e non avrete problemi di parcheggio (in città la maggior parte di quelli vicini al centro sono a pagamento). Nei periodi di maggiore afflusso turistico, potrete optare, una volta giunti in città, per un parcheggio di interscambio, dove lasciare la vostra auto e raggiungere il centro con i mezzi pubblici. Su questo sito trovate periodi, orari e tariffe. Se arrivate in città in orari o periodi in cui il servizio non è attivo, qui trovate un elenco di vie, subito fuori dal centro, dove lasciare la vostra auto.


Prendete come riferimento Via G. Antonio Orsini del Balzo e
considerate tutta l’area alla sua sinistra.
Giorno 2: partiamo alla scoperta del Salento
Dopo la visita della città del giorno prima, magari sotto il solleone salentino, è giunta l’ora di concedervi la prima giornata al mare, non prima di aver visitato qualcosa di caratteristico proprio di questa zona.
Nel Salento è diffusa la produzione di manufatti in terracotta e, proprio a due passi da Lecce, sorge un piccolo paese conosciuto quasi esclusivamente per i suoi laboratori: San Pietro in Lama. A soli 5 km da Lecce, qui potrete visitare uno dei tanti laboratori per vedere come, da un anonimo pezzo informe di creta, nascono prodotti finemente lavorati e decorati. Il mio personale consiglio, conoscendolo di persona, ricade sul laboratorio di Tiberio Belliggiano.

informe di terracotta che trasformerà in un’opera d’arte
Ammirate come, con un abile lavoro manuale, riesce a creare manufatti di grande pregio. Nel negozio adiacente al laboratorio, potrete acquistare qualche ricordo, scegliendo tra centinaia di prodotti.
Lasciato il laboratorio, in circa 30 minuti (ovviamente in piena estate questi tempi si allungano) potrete raggiungere la zona costiera, a mio parere, più bella di tutto lo Ionio salentino: Torre Lapillo.
Se avrete la fortuna di venirci in una giornata di tramontana (ne parlo in questo articolo), resterete a bocca aperta!

Qui avrete l’imbarazzo della scelta se vorrete optare per un lido ( in questa zona le spiagge libere sono veramente poche e piccole – non avrete grossi problemi per trovare posto in media stagione, ma da metà luglio a fine agosto sarà veramente un’impresa! – ); se invece preferite stazionare su una spiaggia libera (parlo sempre riferendomi all’alta stagione), vi consiglio di spostarvi poco più a nord, verso Punta Prosciutto e Torre Colimena. Lì avrete a disposizione molto più spazio libero, senza dover per forza usufruire dei servizi degli stabilimenti.

(Foto Istock)
Se restare in spiaggia dal mattino fino al tramonto vi annoia, nel pomeriggio, quando scende la calura, potrete approfittarne per fare un salto alla Salina dei Monaci ( 10 km a nord di Torre Lapillo o ancora più vicina se avete optato per Punta Prosciutto). Questa area protetta, immersa nella macchia mediterranea, ospita varie specie di animali. Su tutte spiccano i fenicotteri, oramai abbastanza stanziali da queste parti.
Scegliete se aspettare il tramonto in spiaggia oppure nel centro di Porto Cesareo o in uno dei lidi lungo il percorso, sorseggiando una birra gelata. Lo Ionio, in ogni suo punto, regala molto spesso tramonti da favola.

Dove mangiare nella zona Porto Cesareo – Torre Lapillo
- “La terrazza” (Porto Cesareo): se, nonostante siete al mare, avete voglia di carne, questo è il posto che fa per voi;
- “L’aragosta da Cò” (Porto Cesareo): posto raffinato per una cena a base di pesce;
- “Da Antimo” (Porto cesareo): per una cena a base di pesce o una buona pizza;
- “Agricola Sant’Anna” (sulla Veglie-Torre Lapillo): un agriturismo immerso nella quiete della campagna salentina, con ampia scelta di piatti di mare e di terra.
- “Masseria Torre del Cardo” (stessa strada del precedente): anche questo un ottimo agriturismo;
- “Mare Fritto” (Torre Lapillo): un posto senza troppi fronzoli, molto spartano, ma con pesce fresco;
- “Pescheria 3.0” (Torre Lapillo): pescheria che prepara anche piatti pronti, da consumare in loco o da asporto;
- “Da Vito” (Torre Lapillo): il classico “camioncino” per panini gustosi ed una cena veloce ed economica.
Dove alloggiare nella zona Porto Cesareo – Torre Lapillo
Vi segnalo alcune strutture che conosco personalmente e che ritengo molto affidabili.
Sono appartamenti, una sistemazione che preferisco sempre in viaggio, perché mi danno più libertà e, a differenza di un hotel, avrete la possibilità di prepararvi un pasto e, in alcuni casi, anche gustose grigliate all’aperto.
- Appartamento a Torre Lapillo
- Appartamento a Torre Lapillo
- Appartamento a Torre lapillo
Giorno 3: Continuiamo la scoperta della costa ionica
Dedichiamoci oggi all’esplorazione della costa ionica, scendendo verso sud. La costa salentina è molto lunga e se vogliamo vedere più cose durante il nostro itinerario di 10 giorni nel Salento on the road…dobbiamo trottare! 🙂 Spostandoci di alcuni chilometri, avrete l’imbarazzo della scelta; le lunghe spiagge iniziano a lasciare il posto a scogliere bellissime, a tratti molto selvagge. In una giornata possiamo suddividere il nostro tempo tra diversi luoghi interessanti.

Superato Sant’Isidoro, ecco la palude del Capitano, un’area protetta in cui si trovano le “spunnulate”, ovvero delle cavità carsiche, talvolta colme di acqua salmastra. È vietata la balneazione al loro interno ma la zona merita comunque una visita veloce. Proseguendo verso sud, vi troverete all’ingresso del Parco Naturale di porto Selvaggio.
Parcheggiata l’auto, procedendo a piedi nel bosco, giungerete ad una baia molto conosciuta e frequentata da turisti e locali. Qui potrete tuffarvi in un mare azzurro, da uno dei tanti punti di una scogliera molto bassa. Ricordatevi di organizzarvi con cibo e acqua, perché giù al mare non vi sono bar o punti di ristorazione. (Fate la spesa a Porto Cesareo prima di partire o a Sant’Isidoro, lungo il percorso. Nei pressi del Parco di Porto Selvaggio non troverete nulla).
Qui avrete la possibilità di sfruttare l’ombra dell’enorme pineta presente. Ricordate sempre di riportare con voi tutti i rifiuti, mi raccomando!
Se optate per una vacanza in Salento in media stagione, provate a venirci in un giorno infrasettimanale. Non troverete la calca dei weekend e vi godrete ancora di più questo angolo di paradiso.

(Foto di Wikipedia Commons)
È l’ora del tramonto, cosa c’è di meglio di una birretta gelata nel centro di Santa Caterina (poco distante dal parco naturale)?
Per la serata spostatevi verso Nardò, un grazioso centro urbano nell’entroterra, poco distante dal mare. Il centro storico è pieno di locali dove cenare o trascorrere il dopocena. Consiglio di dormire nella cittadina neretina, per trovare prezzi un po’ più bassi delle vicine marine Santa Caterina e Santa Maria al Bagno.

Dove mangiare a Nardò
- “La dispensa dei raccomandati”: locale raffinato per una gustosa cena a base di pesce;
- “Corte Santa Lucia”: cucina tipica.
- “Le Macare” (Alezio): fate un piccolo sforzo e mettetevi in auto, perché dovreste provare questo fantastico ristorante. Daniela saprà accogliervi con il sorriso, proponendovi deliziose portate tipiche della nostra cucina e non.
Giorno 4: procediamo verso sud
In vacanza non c’è tempo per dormire, vero??? Raccogliamo i nostri bagagli e dirigiamoci verso Gallipoli, la “Città bella”. Il suo nome deriva da “Kale Polis”, appunto città bella. Giunti di buon ora, possiamo ammirare le barche di rientro dalla pesca notturna, cariche di pesce.

Spostiamoci verso il centro storico, dai locali soprannominato “la Padella”, per via della sua particolare forma. Entrate al suo interno attraversando il ponte che costeggia il castello della città e perdetevi tra le sue vie; potrete incontrare pescatori di rientro dal porto, anziani impegnati nella riparazione di reti da pesca o nella costruzione di nasse. Un giro tra le vie del centro storico vi permetterà di toccare con mano scorci di vita autentica, facendovi tuffare nella quotidianità di una città di mare.

Anche in viaggio, molto spesso, preferisco girovagare nei centri storici delle città, molto più che visitare chiese, palazzi e piazze. È in questi luoghi che si può venire a conoscenza delle abitudini e dei ritmi delle persone del luogo.
Tuttavia all’interno della “Padella” troverete diverse chiese, tutte molto interessanti; non perdetevi un giro lungo le mura esterne, un tempo erette a protezione della città. Oltre alle chiese conosciute da tutti e che trovate su tante guide, sarebbe interessante visitare la “Chiesa del Malladrone”; con una storia interessante.
Se siete in giro in orario di pranzo, concedetevi un pranzo nell’ottimo ristorante “La Vinaigrette”, affacciato direttamente sul mare.
Gabriele e Azzurra sapranno deliziarsi con piatti di pesce fresco.

Carpaccio di polpo Carpaccio di tonno Gamberi viola di Gallipoli
Dopo pranzo, scegliete se optare per un pomeriggio da dedicare al relax in spiaggia, o se preferite visitare qualcos’altro. In tal caso, spostatevi dalla costa all’entroterra; Ruffano, con il suo grazioso centro storico, ospita l’unica fabbrica del tamburello del Salento, più precisamente nella sua frazione di Torrepaduli.
(Gallipoli-Ruffano: 33 km, 40 min. circa).
Strumento noto perché utilizzato per suonare la pizzica, in questo laboratorio potrete assistere ai processi per la sua realizzazione ed eventualmente acquistarne uno. Contattate in anticipo il sig. Rocco Scotellaro ( persona gentile e disponibile) sul suo sito personale per conoscere gli orari di apertura o per fissare un appuntamento.

suonare spesso durante concerti, sagre, eventi a tema.
(Foto Pixabay))
La tappa successiva vi porta nella bellissima Specchia, considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Questa cittadina salentina, con il suo centro storico finemente ristrutturato e valorizzato, vi permetterà di trascorrere qualche ora in un autentico borgo salentino che conserva un fascino medievale. Piazza, palazzi, il castello e un frantoio ipogeo sono le attrazioni di questo Paese.

(Foto Wikipedia Commons)
Per cena vi straconsiglio di spostarvi a Ruffano (previa prenotazione) per cenare presso la “Farmacia dei Sani”, dove la chef Valentina saprà deliziarvi con portate veramente di alto livello. Se volete optare per qualcosa di più veloce e meno impegnativo, proprio a fianco al ristorante troverete la “Farmacia dei Contenti”, dove gustare deliziosi panini gourmet, accompagnati da altrettanti eccellenti cocktails. Quest’ultimo si trova in una fase transitoria, in quanto a breve diventerà un liquorificio.
Dove dormire in zona Ugento
- Vi segnalo questo grazioso appartamento ad Ugento:
- Se preferite essere coccolati in una struttura raffinata, “Le sei conche” a Gemini è quello che fa per voi.

Giorno 5: ancora più a sud: mare o no?
Di buon mattino, quando la calura non è ancora eccessiva, visitate un’azienda locale produttrice di olio; presso la Tenuta Bianco, ad Ugento, potrete effettuare una degustazione, conoscere i procedimenti della produzione ed acquistare dello squisito olio d’oliva, anche nella versione aromatizzata: ce n’è per tutti i gusti! Cosa c’è di meglio di uno spuntino di prima mattina con pane e olio, frise e patè d’olive?
La visita impiega circa due ore, qui trovate tutti i dettagli.
Ampia scelta tra i vari oli aromatizzati La raccolta delle olive,
un vero e proprio rituale
Nel frattempo il sole è alto e picchia forte, quindi via al mare! A Torre San Giovanni, frazione di Ugento, troverete lunghissime spiagge, con la possibilità di scegliere tra quelle libere e attrezzate.

Siete stanchi di andare al mare? Nuvoloni all’orizzonte minacciano il vostro relax in spiaggia?
Optate per la visita di un borgo come Presicce: anche in questa cittadina sono numerose le chiese e i palazzi, oltre ad un interessante Museo della Civiltà Contadina, sito nel Palazzo Ducale.
Chiesa e colonna di Sant’Andrea a Presicce (Foto Wikipedia Commons) Frantoio ipogeo (Foto Flickr)
Per la serata, regalatevi un’uscita diversa dal solito: a Salve sorge il Parco Astronomico SIDEREUS. Controllate sul loro sito le serate organizzate e prenotate per tempo, onde evitare di non trovare posto.
Giorno 6: Verso il tacco d’Italia
Questo itinerario di 10 giorni nel Salento on the road è abbastanza impegnativo, vero? Se vogliamo ammirare quante più bellezze possibili di questa terra, dobbiamo darci da fare. 🙂
Stiamo per raggiungere il Tacco d’Italia; durante il tragitto per raggiungere Leuca, fate una sosta veloce nei pressi di Patù, dove sorge “le centopietre”, una singolare costruzione formata appunto da cento enormi blocchi tufacei, costruita nel XII sec. D.C.

( Foto Wikipedia)
Una volta a Leuca, potreste effettuare una piacevole escursione in barca (ovviamente da prenotare in anticipo). Troverete diverse soluzioni: uscite in barca a motore o a vela, alcune prevedono il pranzo a base di pesce a bordo.
Consiglio “Quarantesimo Parallelo” e “Biagio Tour”.
Partirete alla scoperta di grotte altrimenti irraggiungibili, con la possibilità di tuffarsi nell’azzurro mare salentino.

Ritornati sulla terra ferma, fermatevi a visitare la Basilica Santa Maria de Finibus Terrae , così soprannominata per via di un’antichissima credenza secondo la quale qui finivano le terre emerse. Prima di iniziare la visita, soffermatevi sul promontorio per ammirare l’unione tra due mari, lo Ionio e l’Adriatico.
Nell’area del Santuario si staglia sul mare il faro, alto ben 48 metri e a 102 sul mare.

(Foto Wikipedia Commons)
Nel pomeriggio raggiungete il Ciolo, un’insenatura a pochi chilometri dal Santuario, dove oltre ad ammirare un panorama mozzafiato potreste assistere, se fortunati, ad uno dei tanti tuffi che si effettuano dal ponte che attraversa questa insenatura.

Alle vostre spalle, proprio di fronte al mare, sulla scogliera salentina, noterete una costruzione in pietra che ben si sposa nel panorama: il Gibò. Nato come sala ricevimenti e ristorante, solo in agosto organizza delle serate con musica live e dj set.
Dove mangiare a Leuca
- “Mercato 24 ore”: per una sera rinunciamo ai soliti ristoranti e puntiamo su qualcosa di più informale; qui troverete tanto street food (che io amo, in qualsiasi parte del Mondo!)
Giorno 7: giornata dedicata interamente al mare
Dedichiamo questa giornata interamente al mare, per ammirare alcune meraviglie che si trovano lungo la costa adriatica, durante la nostra graduale risalita. Primo stop alle piscine naturali di Marina Serra: questa insenatura ricrea una piscina naturale, adatta ai bambini e a chi è in cerca di un bagno riparato, anche in condizioni di vento forte. Poco distante, si erge la Torre Palane, una delle tante presenti sulla costiera salentina.

(Foto Wikipedia Commons)
Sempre a breve distanza potrete ammirare, e fare il bagno, nella Grotta dei Monaci; qui il sole che riesce a penetrare al suo interno, regala emozionanti giochi di colori.

(Foto dalla pagina FB “Visit Tricase“)
Proseguendo verso nord, incontrerete poco dopo il Canale del Rio, un’interessante insenatura intorno alla quale ruota una fantasiosa leggenda, secondo cui nacque appunto questa rientranza.
Se nel frattempo è ora di pranzo e abbiamo un certo languorino, una pausa al ristornate “La taverna del Porto”, a Tricase Porto, è quello che ci vuole!
Rifocillati da un gustoso pranzo a base di pesce, riprendiamo il nostro tour. Tappa successiva la Grotta verde, uno dei posti più affascinanti di questo tratto di costa. Vi si può accedere solo entrando in acqua, attraverso una fenditura nella roccia. Il gioco di luci e i colori che si creano all’interno vi lascerà senza fiato!

Ripartiamo per la nostra ultima tappa della giornata: la caletta Acquaviva, così chiamata per la presenza di acqua sorgiva che arriva direttamente in mare, rende in questo punto l’acqua sempre molto “fresca”.
Concludiamo la giornata fermandoci a Castro, una piacevole cittadina affacciata sul mare.


Giorno 8: continua il tour sull’Adriatico

(Foto Wikipedia Commons)
Iniziamo la giornata con il fiore all’occhiello di questa parte di Salento: la grotta della Zinzulusa. Il suo nome deriva da “zinzuli”, un termine dialettale che si riferisce ai brandelli di un vecchio abito logorato, che ricordano appunto stalattiti e stalagmiti. Considerata una delle 10 grotte più belle del Mondo, la Zinzulusa si colloca in uno scenario spettacolare; è infatti di fronte al mare e si può raggiungerla appunto in barca o a piedi dalla cittadina di Castro. Dedicate qualche ora a questa visita, prima di spostarvi un po’ più a nord per un bagno nelle acque di Porto Badisco.

All’ora di pranzo, spostatevi nell’unico bar presente a Porto Badisco: “da Carlo” potremo assaporare freschissimi ricci, piatti caldi o gustosi panini. (Un consiglio: appena arrivati a Porto Badisco, prima di un tuffo nelle acque cristalline di questi luoghi, fermatevi al bar ad ordinare i ricci, per non restare con l’acquolina in bocca, una volta arrivati qui all’ora di pranzo).

Se l’afa vi opprime, tornate a tuffarvi in acqua, in attesa che il sole cali un po’. Prima del tramonto, spostiamoci più a nord, per fare un salto sul Pianeta Marte: siamo nella cava di bauxite, vicino Otranto. Un vecchio giacimento di estrazione mineraria, si è trasformato in un laghetto verde smeraldo, che va in contrasto con il rosso della terra intorno. Fate attenzione perché, anche se non vi sono restrizioni alla visita, il luogo non è messo in sicurezza.

(Foto Wikipedia Commons)
Il Sole cala sull’altro lato del Salento; è ora di spostarci ad Otranto per una doccia rigenerante ed una buona cena.
Per la serata, valutate se cenare in centro o spostarvi poco fuori città in uno dei locali che vi consiglierò a breve. Per il dopocena, optate per uno dei tanti localini di questa graziosa città o, a seconda del periodo e del giorno della settimana, per una pazza serata in una delle tante discoteche e locali sul mare della zona.

(Foto Istock)
Dove mangiare a Otranto e dintorni
- “Tenuta Sant’Emiliano” (sulla Otranto-Porto Badisco): piacevole agriturismo immerso nel verde;
- “Tenuta le Costantine” (Casamassella): un buon agriturismo con cucina tipica;
- “Balconcino d’Oriente” (Otranto): un buon ristorante se preferite restare in città.
Dove dormire a Otranto e dintorni
- “Masseria Fabrizio”: una piacevole masseria a solo 2 km da Otranto, con camere e appartamenti;
- “Residence Altair”: situato nei pressi degli Alimini, questo residence offre svariate scelte tra appartamenti, ville o semplici camere;
- “Serra degli Alimini”: anche questo situato nella baia degli Alimini, offre appartamenti per le vostre vacanze.
Giorno 9: Otranto, Porto d’Oriente

(Foto Wikipedia Commons)
È la città più a est d’Italia e se avete voglia di svegliarvi presto, dal Faro della Palascia potrete ammirare la “prima” alba d’Italia.
Otranto profuma di storia in ogni sua strada; crocevia per secoli di diverse popolazioni, racchiude principalmente nel suo centro storico le cose più interessanti da vedere, su tutte il Castello Aragonese e la Cattedrale.
Nel primo spesso si tengono interessanti mostre. Sul sito trovate informazioni utili, orari e costi. La Cattedrale di Otranto è il luogo di culto più importante della città; qui riposano le reliquie di Martiri d’Otranto, la pagina più brutta della storia di questa località.

Foto Wikipedia Commons)
Proseguite la vostra passeggiata tra gli stretti vicoli di Otranto, ammirando i tanti negozietti che vendono prodotti dell’artigianato locale; piacevole anche fare una passeggiata sul lungomare della cittadina.
Carichiamo le nostre valigie in auto, prima di pranzo, per spostarci sulla costa, un po’ più a nord. In circa 20-30 minuti copriremo i 15 km che ci separano da Sant’Andrea. Qui troverete dei fantastici faraglioni che si specchiano in un mare verde smeraldo. Quale posto migliore per fare un ultimo tuffo nello splendido mare salentino?

(Foto Istock)
Nel pomeriggio, al calar del sole, mettiamoci in auto in direzione Galatina. Qui vi è una piccola chiesetta che, più che per il valore artistico, merita una visita per il profondo legame con il territorio, dal punto di vista sociologico. Infatti dal Medioevo e fino agli anni ’50 del XX secolo, è stata teatro dei fenomeni di “tarantismo”. Proprio da esso nasce la pizzica, musica e danza oramai conosciuti in tutto il Mondo. Su questa pagina potete leggere la sua storia.
Nel video che segue, un breve documentario del 1962:

Se siete curiosi di conoscere il fenomeno del tarantismo vi consiglio questo interessante libro:
Merita anche una visita la basilica di Santa Caterina d’Alessandria, in pieno centro.
A Galatina poi potete trovare quelli che vengono considerati i pasticciotti leccesi più buoni della Provincia!
Il pasticciotto nasce proprio qui, a Galatina
Da “Ascalone”, l’inventore di questo oramai celebre dolce, potrete gustarne di favolosi. Un consiglio: se pensate di acquistarne qualcuno da portare con voi al rientro a casa…non ditelo al personale!
Si narra che Andrea Ascalone ( venuto a mancare nel 2015), si rifiutava di preparare pasticciotti da far “viaggiare” verso altre parti d’Italia e d’Europa. A suo modo, il pasticciotto andava consumato lì, nel suo bar, ancora caldo. Un lungo viaggio ne avrebbe alterato il sapore e pertanto fatto una brutta pubblicità a quella sua creazione, inventata da un suo trisavolo nel lontano 1745.
Mio padre, recatosi qualche anno fa per acquistarne un vassoio per il suo compleanno, fece l’incauto gesto di aprire il portellone del baule; il sig. Ascalone, accortosi del gesto, lo redarguì dicendo che i “suoi” pasticciotti non viaggiano in un baule d’auto, ma semmai sul sedile. Insomma, un personaggio davvero particolare; chissà se i suoi discendenti saranno più “permissivi”

(Foto Wikipedia Commons)
Siamo giunti all’ultimo giorno di questo tour che si è rivelato impegnativo, ma ci ha permesso di ammirare tante bellezze salentine. In base a luogo di partenza e mezzo di trasporto per domani, valutiamo se passare qui l’ultima notte o spostarci verso Lecce.
Giorno 10: questo itinerario di 10 giorni nel Salento on the road si conclude qui
Si conclude qui il nostro itinerario di 10 giorni nel Salento on the road ma non senza un finale con il botto!
Se vi capiterà di partire in serata (volo o treno) o siete auto muniti, sulla via del ritorno potreste fare una piccola deviazione per visitare qualcosa di veramente insolito: l’eremo di Vincent Brunetti, il “ParK Guell del Salento”, è una casa museo sita a Guagnano dove l’eccentrico artista vive e lavora. In questo video un breve assaggio di questo luogo pazzesco:
Sperando che questo tour sia stato di vostro gradimento e vi abbia permesso, almeno in parte, di scoprire numerose bellezze di questa terra, vi auguro una buona permanenza nel Salento.
N.B. : tutte le strutture ricettive e le varie attività consigliate nell’articolo, appartengono a persone che conosco e stimo; i suggerimenti per i ristoranti, invece, nascono da una mia effettiva frequentazione degli stessi. Per le località dove non trovate consigli, ho preferito lasciare a voi la scelta, evitando banali e stupide ricerche su quelli meglio recensiti.