18/01/19
Il mio viaggio in Laos inizia molto presto, esattamente alle 3:45, quando suona, a dire il vero la tanto attesa, sveglia. Con un comodo e puntuale servizio navetta raggiungo l’aeroporto di Brindisi (questa volta non me la son sentita di scomodare mio fratello in piena notte). Un rapido volo di un’ora mi porta nella capitale, dove mi attende il vero inizio del viaggio che, attraverso uno scalo nella ricca e moderna Abu Dhabi, mi porterà a Bangkok. Dodici ore, divise equamente da uno scalo di circa 4 ore, mi separano dalla capitale thailandese. Pronti Per questo viaggio in Laos zaino in spalla!

Laos, perché?
”Laos? Dove si trova il Laos?” ha chiesto incuriosita mia madre (a dire il vero, è stato un mix tra sorpresa e incredulità, visto che appena un mese prima ero tornato dalla Colombia), ma vi assicuro che non è stata l’unica. Lei non si abituerà mai a questo mio spirito libero, a questo mio, oramai definito come una sindrome, essere un wanderlust. ”Sei appena tornato, hai un viaggio già prenotato tra due mesi…” sono le frasi che mi sento ripetere ogni qualvolta le parlo di una nuova partenza. Non so se arriverà mai a capirmi, ma di certo sa che io, così, sono felice.
Laos, dove?
Ho accettato l’invito di un amico, nonché già mio compagno di viaggio in passato, per venire per la terza volta a scoprire uno dei Paesi nel cuore del Sudest Asiatico, dopo la Thailandia e il Giappone, forse il meno turistico tra quelli che lo circondano. Ma, dove è esattamente il Laos? È nel cuore dell’Indocina e si trova a ovest del Vietnam, a est della Thailandia, a sud della Birmania e a nord della Cambogia. È l’unico tra i 5 a non avere uno sbocco sul mare ma questo non è stato per me un deterrente.
19/01/19
Il volo per Bangkok accumula un’ora di ritardo mettendoci un po’ di ansia: a 3 ore esatte ho un volo per Chiang Rai (nell’estremo nord thailandese) ma devo cambiare aeroporto, se utilizzo una navetta gratuita impiegherò circa un’ora a coprire il percorso. Penso: non ce la farò mai, a meno che non mi giochi la carta taxi, indubbiamente più rapido di un bus.
Intuizione azzeccata: in men che non si dica espleto le pratiche doganali e mi fiondo all’esterno dell’aeroporto, a bordo di un taxi. In 40 minuti sono nell’altro aeroporto, in tempo per prendere l’aereo ed evitare che i miei programmi inizino a saltare. Fuori dall’aeroporto trovo un bus che, tuffandosi nel caotico traffico tailandese, mi porta al terminal dei bus.

Laos, ma quanta fatica per raggiungerti…
Solo mezz’ora di attesa mi separa dalla partenza e, in due ore circa, a bordo di un vecchio bus con i ventilatori al soffitto (che fanno presagire un viaggio non proprio confortevole, ma mi sbaglierò) mi porterà al confine tailandese-laotiano.

Espletiamo le nuove pratiche burocratiche per il visto e attraversiamo uno dei “Ponti dell’Amicizia” che da qualche anno collegano Thailandia e Laos in quei punti in cui i Paesi sono separati dal Mekong. Tra l’altro, trovo scandaloso far pagare l’ingresso in uno Stato, ridicolo applicare una tariffa diversa da Paese a Paese, imbarazzante chiedere un dollaro in più perché sono passate le 16: noi italiani 35 dollari, secondi solo a chi paga 40. Ennesimo tuk tuk per raggiungere la prima tappa di questo mio viaggio in territorio Laotiano, Huay Xai.
Finalmente!
Un piccolo paesino che sfrutta il suo affacciarsi sulle sponde del lungo Mekong, meta di molti viaggiatori che, come me, vogliono intraprendere una ”crociera” su lunghe imbarcazioni, slow boat, che collegano questo villaggio alla ben più nota Luang Prabang. Una crociera che impiega due giorni, con una sosta per il pernotto (alle imbarcazioni è vietata la navigazione notturna) in un altro villaggio sulle sponde del fiume, Pakbeng
Giunto nel centro di Huay Xai cerco un alloggio per la prima notte, trovando conferma di quanto appreso da altri viaggiatori: il Laos è molto economico. Infatti mi accordo per circa 9 € per una notte per due persone. Dopo un viaggio interminabile mi meriterò un paio di birre ghiacciate no?



E quale posto migliore per farlo, di un bar affacciato sul Mekong, che mi regala il primo, emozionante e rossastro, tramonto di questo viaggio? L’inizio è dei migliori, non c’è che dire.
Sono stanco morto, mi concedo una cena “internazionale” a base di carne e patate, non sono mentalmente lucido per iniziare a provare il cibo laotiano. Una doccia rigenerante precede il mio tuffo nel letto, che avviene alle 21:30.
Questo viaggio in Laos zaino in spalla si può dichiarare ufficialmente iniziato!
20/01/19
Ricaricato da una bella dormita, la sveglia suona alle 7. Mi attende una ricca colazione e la prima avventura di questo viaggio, la crociera appunto. Alle 8:30 sono al punto di partenza delle slow boat, dove è già tutto un fermento, tra turisti, locali e barcaioli. I primi due che cercano di garantirsi un posto, i terzi che ti invitano a fare il biglietto.

Questo viaggio in Laos zaino in spalla inizia nel migliore dei modi
L’attesa è lunga, le barche partono alle 11:30, ma tra una BeerLao e quattro chiacchiere con altri viaggiatori, il tempo vola. All’orario predetto si parte, in circa 5 ore e mezza di navigazione arriveremo a Pakbeng.
La navigazione scorre lenta, lungo questo serpente marrone che è il Mekong. Una fitta e rigogliosa foresta verde fa da cornice, gli unici rumori sono quello del motore della barca e il volume non proprio da conversazione di qualcuno dei laotiani presenti. Nonostante mi trovi in mezzo al nulla, il tempo scorre veloce, permettendomi di godere di un paesaggio selvaggio come ormai pochi se ne incontrano.

La barca ha quasi tutti i posti occupati, da viaggiatori provenienti da ogni angolo del globo. Ognuno con il suo percorso, con un viaggio sicuramente da raccontare.
Viaggiatori zaino in spalla lo si è nell’animo!

Quelli che però hanno attirato di più la mia attenzione sono una coppia di arzilli vecchietti zaino in spalla, a dimostrazione che spesso sono solo delle scuse quelle che non ci permettono di viaggiare. Li ho notati prima di imbarcarmi e mi han fatto una tenerezza immensa.
Alle 17 circa giungiamo a destinazione, Pakbeng. Un piccolo villaggio che vive di turismo “mordi e fuggi”, di chi come me si ferma per una notte sul tragitto verso Luang Prabang. Pochi ristoranti e qualche market affollano la via principale (e forse l’unica?).
Dopo cena chiudiamo la serata nell’unico bar del paese, dove si mischiano viaggiatori che cercano di rendere più divertente la serata tra una birra e un cocktail e un gruppetto di locali, che si sfida in un’ agguerrita partita a biliardo. É ora di andare a letto, domani ci aspetta un’altra lunga traversata in barca.

21/01/19
La sveglia suona presto (in fin dei conti sono in viaggio, non in vacanza 😊 ), alle 7. Pakbeng è già sveglia e la via principale brulica di vita. Viaggiatori in cerca di un panino da portare durante la traversata, venditori dei market che cercano di accaparrarsi clienti, motorette che sfrecciano su e giù per la strada, barbecue fumanti che diffondono nell’aria, in un orario da colazione, intensi profumi di carne arrosto.
Ed è proprio con una ricca colazione che inizia la giornata: le immancabili uova, accompagnate da pane caldo e un fumante caffè. Per le 9:30 è prevista la ripartenza del battello, ma già un’ora prima inizia a riempirsi di viaggiatori in cerca del posto migliore. Le montagne intorno sono avvolte dal nuvole, il che rende il paesaggio più suggestivo.

Si riparte!
Si parte, alla volta di Luang Prabang, il nostro viaggio in Laos zaino in spalla riprende la sua corsa. Nutro grandi aspettative nei suoi confronti, essendo considerata la città più interessante del Paese.
Il paesaggio intorno è simile a quello di ieri, con la foresta intorno di un verde meno intenso per via del cielo nuvoloso. Ogni tanto si incontrano dei villaggi affacciati sul fiume; poche case in legno, qualche barchetta parcheggiata sulle sponde del Mekong, forse l’unico mezzo a disposizione per spostarsi.
Realtà completamente diversa dalla nostra, dove anche il più piccolo paese è invaso da auto, clacson, rumori. Qui sembra regnare la pace, spero nei prossimi giorni di riuscire a visitare uno di questi villaggi, per toccare con mano la cultura e le usanze locali.

Maledetta povertà!
Di tanto in tanto il battello effettua delle soste veloci nei pressi di alcuni villaggi, per caricare o scaricare passeggeri locali. In uno di questi avviene ciò che già conosco ma preferisco non vedere: decine di bambini che si avvicinano alla barca, spintonandosi tra loro, cercando di vendere braccialetti ai “turisti”.
In questo caso ci sono due scuole di pensiero: c’è chi preferisce elargire denaro, in quanto comunque un aiuto alla comunità (o, senza voler polemizzare, per sentirsi un po’ più “pulita” la coscienza), chi pensa invece che in questo modo si abituino i bambini all’accattonaggio. Non so quale dei due pensieri sia il più corretto, io propendo quasi sempre per il secondo. Avrei voluto avere con me decine di penne e quaderni da regalarvi…


I saluti sorridenti e felici che ci regalano prima di rimetterci in cammino scaldano il cuore, ve lo assicuro.
Ritrovo molti viaggiatori del giorno precedente, compresa l’arzilla coppietta di canadesi, ormai simbolo di questa crociera. C’è chi trascorre ore affacciato alla sponda della barca, intento a godersi il panorama, chi dorme, chi ritiene più interessante guardare un film sul tablet (mah!).
Luang Prabang finalmente! Il mio viaggio in Laos zaino in spalla approda nella città più bella del Paese.
Arriviamo finalmente a Luang Prabang dopo 7 ore di placida navigazione. La barca anziché lasciarci al porticciolo in centro, ci “scarica” a diversi chilometri, altrimenti come potrebbero lavorare anche i tuk tuk? 😏 Sorvoliamo sui 2 € necessari per raggiungere il centro e, lasciati gli zaini in hotel, raggiungiamo il vicino market notturno (non prima di essersi rinfrescati con una fresca birra Lao, ovviamente).
È sì un mercato rivolto ai turisti, ma ha un fascino innegabile; bancarelle addossate una all’altra piene di ogni chincaglieria, profumi provenienti dai tanti chioschi di street food, voci dei venditori che cercano di convincerti a comprare qualcosa.

Oltre la via del mercatino si trovano una serie di agenzie, locali e ristoranti che rendono il quartiere molto accogliente. La prima impressione di Luang Prabang è molto positiva. Cena, un cocktail e pronti per andare a nanna, curiosi di scoprire domani questa città.

22/01/19
Esplorando Luang Prabang…
La giornata inizia con una visita al market mattutino, una viuzza piena di generi alimentari, frutta e ortaggi mai visti prima in vita mia. Anche qui, come al mercato notturno, le bancarelle occupano poco posto, sono attaccate una all’altra e ospitano dal bambino poco più che neonato alla vecchietta ormai avanti con gli anni. A differenza di quello notturno qui i venditori non cercano di attirare la tua attenzione, anche perché vendono prodotti che interessano più che altro ai locali.

Di primo mattino l’olfatto è già messo a dura prova, dal profumo di carne e pesce arrosto, ma anche dai tanti odori che si levano nell’aria che provenienti da intrugli incomprensibili. È pieno di vita, ed è proprio questo genere di luoghi che adoro, più di un monumento tirato a lucido, perché qui si può vedere da vicino le abitudini, le usanze, il lento scorrere della vita della gente del posto.


La Grande maestria laotiana
Ci perdiamo tra le viuzze del centro storico della città, finendo talvolta quasi in casa di qualcuno, dopo aver imboccato una strada cieca.
Interessanti e ben tenuti i tanti tempi buddisti, sicuramente appariscenti per noi rispetto a tanti nostri luoghi di culto. In questi luoghi si può ammirare la grande maestria degli artigiani che hanno lavorato e intarsiato a mano il legno di porte, colonne, facciate.


Si respira un forte senso di religiosità al loro interno, dove regna pace e silenzio e dove i devoti si prostrano ai piedi delle divinità, accendendo candele, lasciando bigliettini con preghiere.
Al loro interno si possono incontrare monaci intenti a svolgere normali faccende quotidiane.

Luang Prabang è una città rilassante, dove trascorrere qualche giorno per godere di questa atmosfera. Passeggiare lungo le sponde del Mekong è piacevole ( autisti di tuk tuk a parte 😅 ) e potrete, di tanto in tanto, durante la stagione secca, incontrare dei ponti in bambù provvisori che vi permetteranno di raggiungere la sponda opposta di un suo affluente, il Nham Khan, dove girovagare tra i villaggi rurali presenti.

È proprio sulla sponda opposta che troviamo, quasi per caso, uno dei ristoranti che mi ero prefissato di provare. Esperienza gustativa di alto livello, con un ottimo pollo e menta fritta, per proseguire con una portata della cucina locale; al centro del tavolo ci viene posto un braciere, con al di sopra una struttura circolare dove, sul bordo viene versato un brodo che, grazie ai carboni, permette di tenerlo caldo e cucinarci dentro verdure, noodles, tagliolini, mentre nella parte superiore si può grigliate la carne (noi abbiamo scelto quella di bufalo).

Tutto questo in un posto magico, di fronte al fiume Nam Khan, sotto un gazebo in legno, comodamente seduti su cuscini, rigorosamente senza scarpe. Che pranzo ragazzi! Il prezzo? Meglio che non ve lo dica!😅 Il tutto annaffiato da 4 birre per un totale di 18 €. totali, in due.

Il colpo di fortuna che ha reso il mio viaggio in Laos zaino in spalla ancora più memorabile!


Rifocillati da un pranzo luculliano decidiamo di visitare il Palazzo Reale, una delle poche attrattive a pagamento. Mai scelta fu più azzeccata, non tanto per il Palazzo in sé, il solito sfarzo di sovrani megalomani, (nonostante la bellezza di alcuni suoi luoghi) ma quanto per essere venuti a conoscenza, fortuitamente, di uno spettacolo teatrale con musiche e danze locali, in abiti storici, che si terrà domani nel teatro adiacente.
Ovviamente non ci ho pensato più di un attimo ad assicurarmi biglietto e posto per domani pomeriggio! I viaggi di per sé sono già stupendi, ma certe botte di c**o contribuiscono a renderli memorabili. Il pomeriggio prosegue davanti ad una birra ghiacciata, per gustare il tramonto sul Mekong.

Serata in giro per il centro senza far troppo tardi, domani ci aspetta una giornata impegnativa: sveglia prima dell’alba per assistere al Tak Bat, la processione dei monaci che ricevono le offerte dai fedeli. Dopodiché, a bordo di uno scooter, andremo alla scoperta dell’entroterra, visitando prima delle grotte e poi delle cascate, sperando di trovare qualche piccolo villaggio, per poter toccare con mano l’autenticità di questo popolo.
Il mio viaggio in Laos zaino in spalla continua nella 2ª parte…
MAMMA MIA mi hai lasciata senza parole. Fino a due anni fa, credimi, sono stata tanto stupoida da rimandare sempre il viaggio in Laos (che sogno dal primo anno di università) ma ….lascia che mi liberino da quest’incubo e prendo i pri(i) vol(i) !!!! Salvato subito!