Torneremo a viaggiare? È la domanda che molti viaggiatori si pongono in questo periodo.
Viviamo in un periodo storico che ha dell’incredibile, dell’assurdo. Le più elementari libertà, per il bene comune, ci sono state negate. Fino a due mesi fa andare a fare la spesa era noioso, durante il lock down era diventato un momento di evasione. La sveglia ogni mattina che ci ricordava i nostri impegni professionali era un incubo, ora siamo arrivati quasi a desiderarla. Di serate sul divano davanti alla TV, ne abbiamo passate tante, ma per nostra scelta, non perché qualcuno ce l’avesse imposto. Tutto questo, per un viaggiatore, è amplificato. Si sente un leone in gabbia. Tutto ciò che era, fino a poco tempo fa, normale, è diventato una chimera. Chi non è abituato a vivere in questa condizione, non potrà mai capire lo stato d’animo di un viaggiatore.

Viaggiare, uno stato mentale…
Lui è alla perenne ricerca di un volo, di un periodo di ferie, di una nuova destinazione. Si emoziona pensando ai suoi viaggi passati, alle esperienze fatte, alle persone incontrate per caso, ai profumi sentiti, ai sapori gustati. Sogna ed ha una sana invidia verso i viaggi altrui, segnando questa o quella meta nella sua “wish list”. Il viaggiatore sente la mancanza di quella frenesia che anticipa una partenza: preparare lo zaino, prenotare un hotel, tirare fuori dal cassetto il passaporto, caricare le batterie della sua macchina fotografica.
Tutto ciò che sembrava apparentemente normale, che era diventato quasi una routine, ora è utopia, un desiderio che chissà quando potrà soddisfare. È proprio vero che nei momenti in cui si viene privati di una cosa che riteniamo normale, ci rendiamo conto di quanto fosse importante per noi. Vale per le persone, per le cose, per le esperienze.

Si deve però, in questa critica fase sanitaria che l’intero pianeta sta attraversando, mettere da parte desideri e speranze e concentrarsi sul bene comune. Bisogna sperare di uscire da questa crisi senza precedenti, leccarsi le ferite e guardare avanti con ottimismo. Tutto si risolverà, con scelte e politiche adeguate, arriverà il momento in cui torneremo a viaggiare.
Un viaggio introspettivo
Durante questa quarantena, ognuno di noi, viaggiatore o no, ha affrontato un “viaggio” molto importante, un viaggio introspettivo, nell’attesa del momento in cui torneremo a viaggiare. Quante volte nella vita abbiamo avuto così tanto tempo per fermarci a riflettere, a pensare? Mai. La frenesia delle nostre esistenze, il tam tam quotidiano, non ci permettevano di “pensare”. Il lavoro, la famiglia, gli impegni, gli amici, assorbivano le nostre giornate in un vortice nel quale non ci rendevamo conto di essere risucchiati.
In questa fase appena terminata, per cause di forze maggiore, il tempo libero a disposizione è stato talmente tanto da sembrare eccessivo. Ne abbiamo approfittato? Ci siamo fermati a pensare? Chi sono, cosa voglio, dove sto andando. Ci siamo trovati a riflettere sulle nostre vite anche se non lo avremmo voluto. I rapporti dati per scontato fino ad ora, sono stati in “fase di valutazione”.

Siamo usciti da questa clausura con la consapevolezza, e guai se non è stato così, di chi veramente conta e chi no nella nostra vita. Arriviamo a comprendere meglio cosa vogliamo tenere per noi e cosa no, se il nostro lavoro ci soddisfa o se è tempo di dare una svolta. Non dobbiamo sperare di “tornare alla vita di prima”, ma di voltare pagina e iniziarne una nuova. Ciò non significa stravolgere tutto, cambiare amici o lavoro, separarsi dai propri affetti; bisogna riprendere il cammino con un passo nuovo, una visione differente.
Occasioni per “crescere”
Spero che questa emergenza ci abbia insegnato qualcosa, ci abbia restituito almeno in parte quell’umanità che stavamo perdendo. Ho visto un Paese più unito nella difficoltà, un divario tra nord e sud quasi cancellato (esclusione fatta per i soliti imbecilli – quelli non spariranno mai – ). Ho visto persone fuggire dalle zone rosse verso la propria terra, nonostante fosse vietato. È capitato anche a voi di fare analogie con coloro che fuggono dalle tante “zone rosse” del Mondo?
Il Pianeta chiede aiuto
Torniamo umani, ricordiamoci ora che ci avviamo verso la normalità, che c’è un pianeta che implora pietà; quando, si spera, questo virus verrà sconfitto, ci tocca affrontare un’altra piaga apparentemente meno visibile ma ancora più preoccupante: il cambiamento climatico. La nostra Terra, durante il lock down è tornata a respirare, a vivere. Ricordiamocene in ogni momento della nostre giornate, cercando ove possibile di fare scelte di vita più eco sostenibili.

Non dimenticheremo mai questa fase storica che i nostri nipoti si ritroveranno sui libri di storia. Cerchiamo di non tornare ad essere disumani ancora una volta. Saremo anche stati bloccati tra divano, TV e giardino, ma questo è stato uno dei nostri “viaggi” migliori, alla fine del quale avremo comunque imparato qualcosa di nuovo, come in ogni esperienza che ci ha portati lontano da casa.
Torneremo a viaggiare … e sognare
Arriverà il momento in cui torneremo a volare, a chiudere a fatica degli zaini stracolmi, a calzare le nostre scarpe da trekking, ad assaggiare nuove pietanze. Ritorneremo a viaggiare e lo faremo meglio di prima. ❤️🌍